Il dibattito è acceso da anni, ormai anche a scuola, obbligatorio riconoscere qualunque identità sessuale mentre cancellano l’appartenenza religiosa di un intero paese. Allora via il crocifisso dalle aule.
L’uomo sa fare tutto. Siamo in grado di esplorare lo spazio, di manipolare il DNA, di far partorire donne che non sarebbero predisposte, impiantiamo microchip nel cervello umano, abbiamo creato la macchina per l’eutanasia, in certi paesi pratichiamo la pena di morte e chi più ne ha più ne metta.
Tornando alla questione, se un uomo si sente donna, se una donna si sente uomo, arriva il riconoscimento, nuovo nome, nuovo cognome, nuovo codice fiscale e il gioco è fatto.
Oggi però milioni di persone, media inclusi, parlano vergognosamente di un argomento senza conoscere i fatti. Si sta consumando un incredibile violenza, contro la donna Khelif, contro la Carini che non può combattere serenamente, contro tutto lo sport. Domani infatti andrà in scena l’incontro di pugilato tra l’ azzurra Carini e l’algerina Khelif. Parliamo comunque di una donna, la Khelif, una persona che non si è mai sottoposta a cambio di genere, che ha un problema ormonale, ma comunque una donna, nata donna a tutti gli effetti.
Non è giusto dare la colpa al CIO, fare notizia usando spazzatura e notizie fake, il comitato infatti ha fatto le sue valutazioni, e non è il caso che si opponga all’incontro accontentando la corrente, il vero problema è alla radice.
Khelif ha degli squilibri ormonali, per quale motivo dovrebbe essere esclusa dai giochi? Se la legge lo consente, perché il CIO dovrebbe opporsi?
Il dibattito andrebbe aperto seriamente non si possono trattare certi argomenti come una questione politica. Il CIO lo sa.
Aspettiamo il verdetto del match e speriamo che questa fanghiglia si concluda rapidamente senza troppi danni.
Dispiace certamente per le atlete che non possono combattere serenamente e per l’Italiana Angela Carini a cui hanno messo in testa la certezza della sconfitta, alla Khelif che ha subito uno stupro di massa per questioni politiche.
Io mi dissocio, tutta la mia solidarietà alle atlete.
In fotografia la pugile Angela Carini